Jobs Act, Fontana(FI): “Dati Inps elaborati sulla Provincia di Bergamo. Un fallimento senza attenuanti per Renzi. A Bergamo in un anno complessivamente crollo dei nuovi assunti a tempo indeterminato -30,2% e delle trasformazioni da rapporti a termine a indeterminato –21.1%”.
Mentre il Governo a livello nazionale fa la solita propaganda per i pochi posti di lavoro in più nel solo mese di agosto, è importante invece esaminare il trend negativo che anche a Bergamo risulta esserci negli ultimi mesi, come testimoniano i nuovi dati sui rapporti di lavoro elaborati dall’Osservatorio sul Precariato dell’Inps. “Purtroppo, i dati Inps, fotografano una situazione peggiore di quello che avevamo temuto, sfortunatamente inascoltati- commenta il deputato bergamasco di Forza Italia Gregorio Fontana-. Il rischio che, una volta finiti gli incentivi e la propaganda del Pd e di Renzi, si arrivasse a questo risultato era chiaro. Davanti ai numeri elaborati dall’Inps diventa davvero difficile sostenere la “buona misura” del Governo. Più che una boccata d’ossigeno, il Jobs Act è stato un provvedimento che dopo aver drogato il sistema con incentivi temporanei, ha soffocato il mondo del lavoro e non ha portato a nessuna svolta positiva non potendo più nascondere la cruda realtà. I numeri parlano chiaro: una riduzione non solo dei nuovi contratti, ma anche delle trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine e degli apprendistati”.
Anche prendendo i dati del 2014, quando la crisi mordeva di più e il Jobs act non c’era, le cose non vanno meglio: -8%. “Nessun sostegno concreto all’economia italiana tantomeno a quella bergamasca, per ripartire il sistema produttivo bergamasco deve ancora una volta contare solo su sé stesso- sottolinea Fontana-. Il nostro territorio è forte, come dimostrano anche le recenti interviste agli imprenditori bergamaschi, che hanno rimarcato la volontà di non mollare nonostante il momento difficile. Le loro parole hanno un significato importante, e danno un segnale al Governo spiegando anche la ricetta che dovrebbe essere messa in atto, che è quella che passa dallo stop alle misure propagandistiche utili solo a drogare temporaneamente il sistema economico nel periodo elettorale. All’Italia occorre, al più presto, un nuovo Governo che affronti i reali problemi tagliando la spesa pubblica improduttiva per abbassare davvero le tasse a famiglie e imprese”.