Fontana: “I conti erano già in ordine, grazie alla Cdl”.
L’Italia chiude il 2007 con i conti in ordine, con un record occupazionale e con un’economia in pieno sviluppo. È il lascito di cinque anni di governo Berlusconi e della Finanziaria impostata lo scorso anno, che ha rispettato le attese che aveva suscitato nel mondo produttivo e in tutte le istituzioni economiche e finanziarie internazionali. Missione compiuta. Dal primo gennaio entra in funzione la Finanziaria voluta da Romano Prodi. C’è da augurarsi che tutte le previsioni fatte sino a questo momento vengano smentite dai fatti e che alla fine del prossimo anno tutti gli indicatori economici, come è successo in questo 2006, volgano al meglio . Ma se la matematica non è un’opinione, e non lo è, e se le previsioni degli istituti di ricerca saranno rispettate, alla maggiore pressione fiscale corrisponderà un calo del trend di crescita che è già stato quantificato dall’ufficio studi di Confindustria – a seguito delle misure della finanziaria di Prodi – in uno 0,3% in meno rispetto all’incremento previsto per il 2007 dell’1,4% (lo 0,4% in meno rispetto all’anno che si sta chiudendo).
E se per avventura la sinistra radicale dovesse riuscire a imporre la modifica della riforma pensionistica del centrodestra, i conti pubblici tornerebbero in forse. Saremo, come opposizione, molto attenti e molto combattivi per evitare ulteriori derive, dopo quelle iniziate con una Finanziaria impostata e realizzata con il solo scopo di cercare di corrispondere alle attese della sinistra antagonista. Il risultato è sotto gli occhi e presto anche nelle buste paghe e nelle dichiarazioni di milioni e milioni di lavoratori dipendenti e autonomi e della stragrande maggioranza delle famiglie – la Finanziaria sostiene soltanto quelle immaginarie – che faranno i conti con le conseguenze di una manovra ideologica impostata con uno spirito di rivalsa nei confronti di chi ha sfidato un tabù abbassando – sia pure di poco – le tasse e facendo emergere l’evasione anche grazie ai tanto vituperati condoni finalizzati proprio al raggiungimento di questo obiettivo.
Sono così affluite alle casse dello Stato circa trentamila miliardi in più di gettito che hanno consentito di rispettare tutti gli impegni presi in termini di equilibrio dei conti pubblici, e anche nel campo delle infrastrutture, come conferma la sonora smentita che hanno ricevuto quanti nella scorsa primavera annunciavano l’interruzione dei lavori nei cantieri Anas e lo stop ai progetti di Pedemontana e Brebemi. E ci sarebbe mancato altro che la Finanziaria non prevedesse la prosecuzione di questi impegni anche per i prossimi anni. Progetti ed impegni presi dal governo della Cdl, che sono vitali per la Lombardia e la provincia di Bergamo.
È singolare che il presidente del Consiglio non abbia dato atto al governo Berlusconi dei risultati conseguiti e del lavoro di modernizzazione infrastrutturale avviato, giungendo persino a incamminarsi lungo il percorso scivoloso di un tema come quello della riforma della legge elettorale, per evocare spaccature nel centrodestra e cercare alibi per giustificare una sostanziale inadeguatezza a corrispondere con risposte di governo ai problemi di crescita e di modernizzazione del Paese. E questo costituisce un motivo ulteriore di preoccupazione e allarme per il futuro che richiede un’assunzione straordinaria di responsabilità da parte nostra, che dobbiamo sempre tenere ferma, come stella polare, l’attenzione al bene del Paese e all’interesse generale da tutelare. Come abbiamo sempre fatto e come ben sanno quanti ci hanno rinnovato la fiducia anche nelle ultime elezioni.