Fontana: “La sentenza, qualunque sia non farà fuori Berlusconi”
Intervista pubblica su BergamoNews in data 1 agosto 2013
Una manciata di ore, poi la Cassazione si esprimerà sul processo Mediaset, che vede imputato tra gli altri anche Silvio Berlusconi già condannato in appello per frode fiscale a 4 anni di reclusione e a 5 di interdizione dai pubblici uffici. “È una sentenza attesa perché non riguarda solo il cittadino Silvio Berlusconi, ma il leader di un partito che per lo 0,37% non ha vinto le elezioni alla Camera”.
Gregorio Fontana, onorevole del Pdl, non si nega nel raccontare questa attesa. Ieri ha incontrato e parlato con Berlusconi, l’appuntamento atteso per oggi con la Giustizia è stato al centro del loro colloquio.
“È vent’anni che tentano in tutti i modi di inchiodare Berlusconi, non si riesce a sconfiggerlo in campo politico e allora si tenta la scorciatoia dei processi”.
Onorevole c’è il timore di una sentenza che metta fuori gioco Berlusconi?
“Ho paura che questa volta non riescano a trattenersi, l’occasione è ghiotta: far fuori Berlusconi con una sentenza. Se da una parte ho questo timore, dall’altra, da uomo delle istituzioni e da cittadino ho fiducia nella giustizia e credo nelle motivazioni logiche che ha presentato la difesa. Mi auguro che prevalga la giustizia, non solo per il cittadino Berlusconi, ma per la democrazia di questo Paese”.
Se Berlusconi fosse condannato che cosa cambia? È davvero fuori dai giochi della politica?
“Comunque vadano le cose, io credo che Berlusconi non si tirerà indietro. Se qualcuno ha fatto i calcoli che con le sentenze si potesse sbaragliare politicamente Berlusconi, ha sbagliato i conti. La prima volta che ho sentito di questa possibilità, che l’attuale leader del Pdl venisse condannato da un tribunale e sarebbe finito politicamente, era il novembre 1994: siamo all’agosto 2013 e Berlusconi politicamente è più vivo che mai”.
Diciannove anni di processi. Crede che ci sia un accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi?
“L’accanimento di una parte minoritaria e di alcune procure verso Berlusconi non è contro l’uomo, il cittadino, ma contro il politico. Ciò che rappresenta, per le sue convinzioni in materie economica, per le sue battaglie a favore dei cittadini. Io credo che debba esserci una divisione tra politica e magistratura, e non lo dico per il caso Berlusconi, lo sostengo per il bene dell’Italia”.
Da politico e dopo anni al governo, non era il caso di intervenire e rinnovare la Giustizia? Dopo questa sentenza proporrete una riforma?
“Il problema della Giustizia in Italia c’è. È evidente, non solo per il caso Berlusconi. Ogni volta che si è tentato di mettere mano ad una riforma si sono sollevate da più parti scudi, ma i cittadini che si sono imbattuti nella macchina della giustizia sanno che c’è un problema. È un po’ come gli incidenti stradali, solamente quando ci si trova in mezzo si comprende il calvario. Dopo questa sentenza continueremo il nostro impegno raccogliendo le firme per alcuni referendum come la separazione delle carriere e sulla responsabilità civile dei giudici. Questi temi li sottoporremo anche all’attenzione del Parlamento”.
Ha sentito o incontrato Berlusconi in queste ore?
“L’ho sentito e visto ieri”.
È preoccupato?
“È sereno, fiducioso, da cittadino confida nella Giustizia e che gli vengano riconosciute le sue ragioni”.
In caso di un verdetto che confermi la sentenza dell’Appello, ci saranno ripercussioni sulla maggioranza di Governo?
“Non ne abbiamo discusso. Vedremo”.
In un’intervista il cantautore Francesco De Gregori ha sostenuto che il governo Pdl-Pd era l’unica soluzione per uscire dopo l’esito delle elezioni e ringrazia Dio perché il Pd non ha stretto alleanze con i Grillini.
“Era ed è una scelta di responsabilità. L’idea dell’alleanza con il Pd l’abbiamo avuta e voluta noi. È il Pd che ha impiegato settanta giorni per maturarla perdendo tempo con i Grillini. È una scelta fatta nell’interesse dei cittadini, mi creda sarebbe stato più comodo stare all’opposizione. Governare è più difficile, abbiamo preso un onere grave ma siamo stati spinti dal senso di responsabilità e che ci auguriamo che questo ci venga riconosciuto. Ora, al di là della sentenza di Berlusconi, abbiamo preso un impegno per affrontare i problemi dell’Italia che non possono aspettare. Ci sono necessità economiche a cui il nostro Paese deve rispondere. Berlusconi per primo ha tracciato questa strada che abbiamo intrapreso e che seguiremo”.