Gazebo e carisma, il Pdl si attrezza pure per un Cav. “extraparlamentare”
Articolo pubblicato sul Foglio in data 12 settembre 2013.
La crisi di governo per l’ eventuale decadenza da senatore di Silvio Berlusconi è possibile ma non inevitabile. In ogni caso, nel Pdl c’ è chi si prepara per fornire al Cav. gli strumenti di una battaglia generale sulla giustizia, da combattere perfino da “extraparlamentare”, grazie ai referendum radicali.
“Nel novembre 1994, una persona autorevole mi assicurò: Berlusconi è spacciato. Fu la prima di una lunga serie di previsioni simili, tutte sbagliate. Invece, dentro o fuori il Parlamento, l’ importante è che Berlusconi faccia Berlusconi – dice al Foglio Gregorio Fontana, deputato bergamasco del Pdl e Gioventù liberale italiana alle spalle – anche attraverso questi referendum”. Dove “questi” sta per i dodici quesiti dei Radicali, sei sulla giustizia e sei sui diritti civili. Fontana, non da solo – precisa – ma con il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini e altri, sta coordinando la raccolta delle firme, a stretto contatto con i Radicali e l’ ex deputato Maurizio Turco in particolare. Entro fine settembre vanno raccolte 500 mila firme: soltanto così si potrebbe votare in primavera – se prima non cade il governo – sui dodici quesiti. 500 mila firme da trovare in poche settimane e alla presenza di un autenticatore, che poi vanno certificate con tanto di iscrizione alle liste elettorali. Una novità per un partito come il Pdl, non “militarizzato” come i partiti della sinistra, ragiona Fontana, né popolato di “tavolinari” di tradizione pannelliana. Tuttavia il deputato del Pdl non dispera: “E’ un’ esperienza mai fatta prima. Ma l’ adesione è convinta. Il risultato positivo non è scontato perché abbiamo poco tempo, però le sorprese già non mancano. A Bergamo, sabato scorso, ho raccolto firme a un gazebo in piazza, e accanto al nostro c’ era un banchetto del Movimento 5 stelle; quello era deserto, al nostro c’ è stata sempre una fila di una decina di persone per firmare”. E’ indubbio che dopo l’ adesione di Berlusconi in calce a tutti i dodici quesiti (anche quelli contro le leggi sull’ immigrazione e sulle droghe leggere – “firmo anche i referendum su cui non sono d’ accordo, con questa firma voglio affermare il diritto degli italiani a esprimersi”, aveva detto il Cav.), i firmatari siano aumentati un po’ ovunque, complice soprattutto la maggiore informazione.
“Se raccogliamo le firme su tutti e dodici? Vorrei evitare polemiche. Diciamo che come Pdl vogliamo dare ai cittadini la possibilità di esprimersi su tutti i quesiti, ma è indubbio che tra i nostri elettori e simpatizzanti quelli sulla giustizia siano più sentiti”, dice Fontana. Che quindi descrive la catena di comando che dal centro si snoda attraverso coordinatori regionali (“loro hanno obiettivi numerici”), poi provinciali e infine amministratori locali: “I gazebo infatti non bastano. Soprattutto nei piccoli centri, sindaci e consiglieri possono far sottoscrivere direttamente i quesiti, e i cittadini possono firmare negli uffici comunali”. A valle degli apparati di partito, e al netto di procedure legali complesse, Fontana non nasconde che il carisma di Berlusconi rimane decisivo: “Quando ha messo la sua forza personale dietro le nostre battaglie storiche, contro l’ oppressione fiscale o sulla riforma della giustizia, siamo stati vincenti”. Come va la raccolta? Fontana non si sbilancia: “In Lombardia, Puglia e Campania, la macchina è avviata piuttosto bene. Soltanto questo fine settimana, però, potremo fare un primo bilancio sulle firme che confluiranno a Roma dagli uffici comunali”. Con Marco Pannella in sciopero della fame e della sete (“lo stato è in flagranza criminale sulla giustizia”), i Radicali contano di arrivare da soli a 200 mila firme. Ancora distanti dalle 600 mila che occorrono “per sicurezza”. Altri partiti di sinistra si sono impegnati su singoli quesiti, inclusi il Psi e Sel di Nichi Vendola (che ha firmato allo stesso banchetto del Cav.), ma finora il loro apporto in termini di firme è minimo. Questo fine settimana, in uno scantinato romano vicino a via Gregorio VII, inizieranno i primi conteggi di Radicali e Pdl. Per la svolta “tavolinara” del Pdl, passa anche la possibilità di un Berlusconi extraparlamentare e che non compia strappi con il governo Letta.