Giochi, Fontana (FI): “Governo capisca quanti benefici porterebbe un nuovo casinò”
Articolo pubblicato su Il Velino in data 17 aprile 2015.
“Chiediamo solo che il Governo dia l’ opportunità di due test per verificare le opportunità che un casinò può creare per l’ economia e la promozione turistica di un territorio”.
Gregorio Fontana, deputato bergamasco di Forza Italia, spiega al Velino perché l’ apertura di un casinò a San Pellegrino Terme potrebbe avere grandi benefici per la Valbrembana. Abbiamo parlato di due test: perché non c’ è solo Bergamo a battersi per l’ apertura di un casinò, in Sicilia c’ è anche Taormina a chiedere l’ apertura di una casa da gioco.
“Dopo il positivo sblocco dei fondi Cipe per il recupero del Grand Hotel di San Pellegrino (si tratta di 19 milioni di euro) e il recente avvio della nuova stazione termale manca solo il via libera alla riapertura del casinò, per consentire a San Pellegrino, e a tutta la Val Brembana, di disporre di un insieme di infrastrutture turistiche che possano promuovere il rilancio dell’ intera zona”, spiega Fontana.
Occasione ghiotta sarebbe il decreto attuativo della delega fiscale relativo ai giochi: che rappresenta – dice il deputato di Forza Italia – “una straordinaria opportunità per chiedere al Governo di far si che faccia ciò che aveva promesso con l’ accoglimento dell’ ordine del giorno alla legge di Stabilità, da me presentato, che impegnava l’ esecutivo a prendere iniziative per la riapertura del casinò di San Pellegrino e delle altre realtà simili a livello nazionale come Taormina”.
Eppure le quattro realtà di casinò esistenti a San Remo, Venezia, Campione d’ Italia e Saint Vincent, non vantano brillanti performance. Il casinò di Venezia è in crisi da qualche tempo. Fontana è ottimista che a San Pellegrino Terme e a Taormina il casinò risulterà un modello vincente. Perché? “La verità è che gli altri casinò hanno risentito magari di contesti territoriali che non si prestavano o perché paradossalmente troppo pieni di attrattive da far passare in secondo piano il casinò o nel caso opposto troppo poveri di occasioni – casinò a parte – da meritare una visita da parte dei turisti. Nel caso di San Pellegrino invece il casinò sarebbe un ulteriore tassello accanto a quello del restauro del grande hotel e alle terme. Ovvero un altro elemento di complessiva promozione del territorio”.
E poi i casinò attuali hanno pagato anche cattive gestioni, argomenta il deputato, senza considerare che sono sorti in un’ altra era. A questo proposito la domanda è: conviene preferire una gestione pubblica o privata? Le attuali case da gioco sono quasi al 100 per cento pubbliche, fanno capo ai comuni. “Noi – spiega il deputato bergamasco – guardiamo ai privati soprattutto ma certo se gli amministratori locali se la sentono di impegnarsi nell’ operazione non si potrebbe loro vietarlo”. Il punto, argomenta, è che il governo dovrebbe dare a questi territori l’ occasione di un investimento virtuoso con benefici pe l’ economia in termini anche occupazionali ovviamente: “Lo stato deve controllare queste attività ed essere garante di trasparenza ma non deve mettersi a fare il croupier”. I comuni comunque beneficerebbero della presenza dei casinò in termini di entrate. Non solo. Lo stesso sottosegretario all’ Economia Pier Paolo Baretta, auspicando che la questione casinò possa trovare spazio nel decreto, ha convenuto che l’ apertura di una caa da gioco servirebbe anche a contrastare l’attrattività di Malta e dunque la concorrenza dei paesi stranieri.
Ma perché finora in parlamento è stata osteggiata la nascita di nuovi casinò? Fontana spiega che le proposte si sono arenate “per le lobby dei pregiudizi ideologici e per le lobby del territorio”. Ovvero l’ ostilità di quei territori che già ospitano dei casinò e temono la concorrenza di nuove case da gioco.
Per le lobby dei pregiudizi il deputato di Forza Italia parla invece di forte ipocrisia. “Negli ultimi anni lo Stato ha concesso l’ installazione di decine di migliaia di slot machine in bar anche vicino a scuole o in posti sperduti comunque incontrollati, oltre alla possibilità delle scommesse on line. Gli effetti di questa proliferazione hanno alimentato e incoraggiato degenerazioni di ogni tipo e la diffusione della ludopatia in maniera incontrollata. Oggi, al contrario, i casinò rappresentano luoghi assolutamente controllabili”.
Fontana insomma non molla e fino a quando il decreto sul riordino del settore gaming non sbarcherà in Cdm è pronto con i parlamentari che la pensano come lui e con tutte le forze politiche bergamasche e i rappresentati del territorio a creare un fronte comune per sbloccare l’ attuale situazione e convincere il Governo a dare il via libera a un’ operazione che non costa allo Stato anzi che può portagli solo benefici e che, soprattutto, può attivare un circuito virtuoso di rilancio e promozione di quei territori che come tanti altri hanno risentito della crisi.