Il PDL è vivace. Ma non ci sarà la resa dei conti.
Lettera pubblicata su “L’Eco di Bergamo ” in data 6 marzo 2010 |
Signor Direttore, l’analisi sul PDL proposta ieri dall’Eco, pur contenendo spunti e rilievi interessanti, è alquanto ingenerosa. Il PDL è una realtà consolidata, che fa sentire la propria presenza sul territorio, a Bergamo, in Lombardia e in tutto il Paese. La classe dirigente, tanto a livello locale quanto a livello nazionale, ricopre importanti funzioni di governo e gode di un ampio consenso popolare, come mai s’era visto nella storia del Paese. È vero: il PDL è vivace al proprio interno e non mancano posizioni differenziate su problemi non secondari, come la cittadinanza agli immigrati, il testamento biologico o l’organizzazione interna del partito. Questo dimostra quantomeno che non si tratta di una “caserma”, come qualcuno a volte sostiene, né, in alternativa, di un “partito di plastica”: i nostri critici si mettano, dunque, d’accordo con se stessi, visto che ci si rimprovera di una cosa e del suo contrario. Detto questo, faccio notare che quelle differenziazioni non sono riconducili alle appartenenze di provenienza, ma hanno carattere trasversale: in altre parole, quando ci si differenzia, non lo si fa in quanto “ex-AN” o “ex-FI”, tanto è vero che, il più delle volte, si registrano posizioni diverse nella stessa ex area di provenienza. Del resto, i militanti di FI e i militanti di AN sono insieme dal 1994, per cui la coesione e la “circolazione” delle posizioni sono cominciate ben prima della nascita del Partito. Rilevo, inoltre, come la vivacità interna sia fisiologica nei grandi partiti di massa, collocati in un sistema maggioritario e sostanzialmente bipolare, come sta a dimostrare l’esperienza del PD, non da ieri in preda a conflitti interni, tanto ai vertici come a livello territoriale, ben più laceranti di quelli che riguardano il PDL. L’Eco fa, infine, riferimento al cambio di vertice avvenuto nel PDL in occasione delle ultime elezioni provinciali. Vorrei ricordare che si trattava di decidere su una questione di grande rilievo politico, quale l’alleanza o meno con la Lega Nord. Prevalse la posizione favorevole, ma anche chi nutriva forti perplessità su quell’alleanza, alla fine, ha accettato una linea che, oltre a rivelarsi vincente in tutte le competizioni elettorali, ha garantito che la barra della coalizione dei governi locali fosse stabilmente collocata al centro. È significativo il fatto che i dissenzienti di allora siano rimasti con lealtà in prima linea nelle battaglie elettorali e politiche del partito. Insomma, il Partito voluto da Silvio Berlusconi, non a caso il leader più popolare nella storia politica del nostro Paese, è solido e tale solidità uscirà confermata dai congressi, che non saranno una resa dei conti, bensì l’occasione per selezionare la classe dirigente e mettere ulteriormente a punto l’organizzazione territoriale. Riconosco che nel PDL c’è una certa refrattarietà al “professionismo” della politica. Infatti, noi intendiamo la politica alla maniera lombarda: non come professione, ma come attività pubblica svolta al servizio dei cittadini. Siamo sempre di più un soggetto politico radicato sul territorio, ma il nostro radicamento non è finalizzato ad allevare una generazione di funzionari, bensì a far partecipare i cittadini alla Cosa pubblica. È anche per questo che il popolo del Nord ci accorda la sua fiducia. Gli ostacoli relativi alla presentazione delle liste saranno presto superati: le gravi scorrettezze commesse nei confronti del PDL, giustamente denunciate dal presidente Formigoni, sono sotto gli occhi di tutti gli elettori. Vinceremo, dunque, le elezioni e continueremo a garantire stabilità e buon governo della Lombardia.On. Gregorio Fontana Commissario Provinciale Bergamo |