L’appello dei candidati PDL ai cattolici bergamaschi: «Per il primato di persona e società contro lo statalismo di Sinistra e Centro»
«Sui valori non negoziabili se negli ultimi anni non ci fosse stato il PDL le cose sarebbero andate
altrimenti. Priorità, difendere la famiglia, minacciata in tutta Europa»
Bergamo, 21 febbraio 2013
Il Popolo della Libertà bergamasco si rivolge ai cattolici in vista del voto di domenica e lunedì.
E lo fa con un appello – firmato dai candidati in lizza per Regione, Camera e Senato – che sarà
presentato ufficialmente domani durante l’incontro di chiusura della campagna elettorale a cui
parteciperà il Vice Presidente della Camera Maurizio Lupi: «Si è molto dibattuto del ruolo dei
cattolici in politica – affermano – Noi, cattolici e non cattolici, ci siamo ritrovati in un progetto
politico che ha fatto dei valori della tradizione cristiana le fondamenta della propria azione
politica. Principi che ci uniscono e che ci siamo sempre sforzati di tradurre in una proposta
politica laica: senza fondamentalismi, includendo tutti coloro che, indipendentemente dal credo
religioso, li condividessero».
Difesa e sostegno alla famiglia, dignità della persona, tutela della vita, libertà economica,
educativa e religiosa, proprietà privata, dignità del lavoro, solidarietà e sussidiarietà : ideali
che fanno parte del dna del PDL e che a Bergamo sono di casa: «Questi valori costituiscono il
cuore della parte più cospicua, attiva e storicamente affermata delle realtà sociali orobiche. Per
promuovere il protagonismo della società e la centralità della persona, occorre lavorare a un
progetto politico che abbia chiarezza culturale e possibilità di essere maggioritario».
«Se guardiamo a quanto fatto negli scorsi 20 anni – affermano i candidati PDL – il bilancio è
di certo positivo: dalla stabilizzazione del 5×1000 alla difesa della libertà di educazione, dalla
battaglia per la esenzione Imu per gli enti non profit alla legge sulla fecondazione assistita. Se
non ci fosse stata la fermezza del PDL su questi temi le cose sarebbero andate altrimenti». Ma
l’impegno non si ferma: «Ci sono delle priorità sulle quali intervenire con riforme chiare, non
annacquate da compromessi imposti da alleanze pasticciate: in cima alla lista, il sostegno giuridico
ed economico della famiglia fondata su matrimonio tra un uomo ed una donna. Oggi la famiglia
tradizionale è minacciata in tutta Europa, noi saremo i suoi paladini ben sapendo che bisogna
dare risposta a una società che cambia».
Lo sguardo si volge poi a temi locali: «Bergamo e la Lombardia, per continuare ad essere traino
di tutto il Paese, devono poter godere di modalità di governo aperte alle istanze e alle risorse
sociali. Nella nostra regione (e con il contributo determinante dei bergamaschi) si è nella maniera
più compiuta tradotto in realtà lo spirito sussidiario che ha dato ai cittadini più opportunità e più
libertà. Il sistema sanitario lombardo è il migliore del Paese e i suoi difetti vanno risolti non con lo
statalismo, bensì con una dose ancor maggiore di sussidiarietà».
«Per fare politica – concludono – occorre stare da una parte. Noi non stiamo né con il
neostatalismo (rappresentato dalla Sinistra), né con un neocentralismo tecnocratico (promosso
dal Centro): stiamo con il primato della persona e della società e della loro iniziativa. Siamo per
la sussidiarietà. Siamo nel Popolo della Libertà e per il Popolo della Libertà».